CTU
Le criticità nella gestione della CTU: prevenzione, consapevolezza e metodo
L’efficacia di una consulenza tecnica d’ufficio non dipende soltanto dalla competenza del consulente o dalla correttezza formale dell’elaborato. Molti incarichi rischiano di perdere incisività o validità processuale a causa di criticità ricorrenti, spesso sottovalutate, che minano la tenuta argomentativa della relazione o la sua reale utilità per il giudice.
Nel mio libro, scritto insieme a un magistrato, ho dedicato ampio spazio a questi temi, affrontandoli non solo dal punto di vista tecnico, ma anche processuale e giuridico, perché il CTU opera dentro il processo, non fuori da esso.
Principali criticità riscontrabili
Ambiguità o genericità del quesito
“Quando il quesito è impreciso, l’elaborato rischia di essere inutilizzabile: il CTU ha il dovere di segnalare tempestivamente la necessità di chiarimenti.”
Talvolta il giudice formula quesiti troppo ampi o imprecisi. È compito del CTU, sin dall’inizio, chiedere chiarimenti o delimitazioni, per evitare derive interpretative o eccessi di potere tecnico.
Carenza documentale o mancato esame degli atti
Una delle cause principali di contestazione della CTU è l’assenza di un’analisi documentale completa. Il CTU non può limitarsi all’osservazione tecnica, ma deve conoscere e integrare gli atti processuali rilevanti, per collegare ogni deduzione a un presupposto probatorio solido.
Scarso contraddittorio tra le parti
“Il contraddittorio non è una formalità: è lo spazio in cui la tecnica si confronta, si affina e diventa più trasparente.”
Alcuni consulenti sottovalutano l’importanza del dialogo tecnico con i CTP, limitandosi a convocazioni di rito. La mia esperienza mi porta a considerare il confronto con i consulenti di parte un’opportunità per migliorare la qualità e la legittimità della consulenza, non un ostacolo.
Tempistiche dilatate o gestione disorganizzata
Una CTU che si protrae oltre i termini assegnati perde spesso efficacia, creando incertezze e tensioni nel procedimento. È fondamentale programmare, rispettare le scadenze, comunicare con puntualità. La gestione efficiente è parte integrante del valore professionale del CTU.
Elaborati poco chiari o non autosufficienti
Una relazione troppo tecnica, verbosa o criptica rischia di essere ignorata. Per questo la forma è sostanza: ogni relazione deve essere scritta con un linguaggio preciso ma accessibile, strutturata in modo logico, con allegati ordinati e riferimenti incrociati.
Perché è determinante affidarsi a un CTU esperto
L’incarico di consulente tecnico d’ufficio rappresenta un momento centrale del processo civile: spesso il contenuto della relazione tecnica incide in modo decisivo sulla decisione del giudice. In molti casi, è proprio il CTU a delineare — con equilibrio e chiarezza — l’unico spazio possibile per una verità oggettiva e condivisa.
Per questo motivo, la scelta del consulente da parte del giudice, e la sua eventuale segnalazione da parte degli avvocati, non può mai essere casuale né marginale. Il CTU non è un semplice “tecnico di settore”, ma un vero e proprio attore del processo, che deve coniugare competenze specialistiche, conoscenza del diritto e capacità argomentativa.
“L’esperienza del CTU si misura nella gestione dei vuoti normativi, nella ricostruzione dei fatti, nel discernimento tra ipotesi e certezze: è qui che si distingue il professionista dallo specialista.”
(Consulenza tecnica nel processo civile, Giannini – Rados, Giuffré, 2022)
Cosa rende efficace la mia attività di CTU
- Esperienza trentennale con centinaia di incarichi in ambito giudiziario
- Conoscenza approfondita della procedura civile e del ruolo del CTU nel processo
- Capacità di interazione fluida con magistrati, avvocati e consulenti di parte
- Attitudine al dialogo tecnico, al confronto e alla sintesi
- Produzione di elaborati strutturalmente impeccabili, coerenti, leggibili e documentati
- Rispetto rigoroso dei termini procedurali e delle buone prassi d’ufficio
La mia attività si caratterizza per un approccio non burocratico ma realmente partecipativo, fondato sull’ascolto, sulla mediazione tecnica quando possibile e sulla responsabilità nella formulazione di ogni conclusione. Non firmo nulla che non sia perfettamente fondato, difendibile e utile al processo
Struttura di una relazione tecnica efficace
Ogni mia relazione segue una struttura logica e costante, che facilita la comprensione da parte di tutti i soggetti del processo:
- Premesse e quadro normativo/tecnico
- Metodologia adottata
- Attività svolte e documentazione
- Analisi e valutazioni tecniche
- Osservazioni delle parti e risposte del CTU
- Conclusioni tecniche rispondenti ai quesiti
Lo svolgimento della Consulenza Tecnica d’Ufficio
Lo svolgimento di una CTU segue un percorso ben definito, scandito dalle regole del processo e dai principi del giusto contraddittorio. Ma oltre alla forma, è fondamentale la sostanza: la consulenza tecnica d’ufficio è un processo di analisi, sintesi e comunicazione tecnico-processuale, in cui ogni fase ha un peso decisivo sull’efficacia dell’elaborato finale.
Come ho scritto nel volume “Consulenza tecnica nel processo civile” (Giuffré Francis Lefebvre, 2022):
“Il CTU non è solo un esperto tecnico: è un soggetto processuale che, nell’ambito di un mandato giudiziale, esercita un potere-dovere di accertamento con valore probatorio.”
Le fasi principali
Analisi preliminare del quesito e degli atti
L’incarico ha inizio con lo studio accurato del provvedimento di nomina, dei quesiti posti e degli atti di causa. In questa fase, è fondamentale cogliere le realistiche aspettative del giudice e le posizioni tecniche delle parti, per predisporre un piano di lavoro coerente e ordinato.
Comunicazione e apertura del contraddittorio
Viene fissato l’incontro di inizio operazioni peritali, alla presenza delle parti e dei rispettivi consulenti di parte. Questa è la fase in cui si stabilisce il quadro metodologico della consulenza.
Come sottolineato nel testo: “L’avvio delle operazioni peritali rappresenta il momento fondativo del rapporto tecnico-processuale: il CTU assume il ruolo di garante del metodo e della trasparenza.”
Attività istruttoria: rilievi, accertamenti, analisi
Ogni attività tecnica — rilievi, sopralluoghi, misurazioni, comparazioni — viene svolta nel rispetto del contraddittorio e con la massima tracciabilità.
La documentazione fotografica, grafica e cronologica ha un ruolo fondamentale: non solo descrive, ma conferma e legittima l’oggettività dell’osservazione.
Redazione della bozza e raccolta delle osservazioni
Terminata la fase istruttoria, si procede con la stesura della bozza di relazione, che viene inviata alle parti per le eventuali osservazioni.
Questo momento non è meramente formale: è un’occasione di confronto tecnico, in cui il CTU deve dimostrare capacità di ascolto critico, accogliendo ciò che è fondato e motivando ciò che viene respinto.
Deposito della relazione finale
La relazione finale è l’atto con cui il CTU conclude il proprio mandato. Deve essere organica, chiara, verificabile, e soprattutto rispondere esattamente ai quesiti, fornendo al giudice gli elementi per la decisione.
“Il CTU non decide, ma guida la decisione: offre un tracciato solido su cui il giudice potrà fondare il proprio convincimento.”
Il contraddittorio tecnico: un pilastro da valorizzare
L’esercizio del contraddittorio tra le parti e i rispettivi consulenti è parte integrante del mio metodo di lavoro. In qualità di CTU, garantisco la massima apertura al confronto tecnico, promuovendo il dialogo, il chiarimento e la documentazione di ogni osservazione ricevuta, nel rispetto delle norme processuali e del principio di parità delle armi.
“Il consulente tecnico non giudica, ma costruisce lo spazio per la decisione, fornendo elementi solidi al giudice e riconoscendo dignità anche alla tesi tecnica delle parti.”
(Consulenza tecnica nel processo civile, Giannini – Rados, Giuffré, 2022)